The future we want

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Giornata mondiale dell’adolescenza

 

23 novembre – I media hanno parlato poco della giornata mondiale dell’adolescenza, indetta per il 20 novembre. Ma i ragazzi italiani hanno partecipato attivamente all’evento svoltosi al Senato della Repubblica, il 19 novembre, dove è stato presentato un rapporto dettagliato su cosa pensano i ragazzi e le ragazze del nostro Paese.

In primo piano, la scuola. La didattica a distanza, stressante, ha spesso creato divisioni: infatti  1 ragazzo su tre pensa che non tutti gli studenti hanno le stesse possibilità di accesso alle tecnologie e alla connessione. Apprezzano l’orario flessibile, ma pensano a borse di studio, a bonus cultura per aiutare gli amici meno abbienti.

Ma l’indagine UNICEF ha raccolto dati anche su molti altri temi scottanti.

I ragazzi italiani sono abbastanza soddisfatti della loro vita, ma pensano che il benessere economico sia ‘sufficiente’ ma non fa felici.

Sono preoccupati per il sistema sanitario, per l’impatto della pandemia sulle loro vite, per l’insicurezza: vorrebbero un futuro più equo e sostenibile.

Sulla famiglia emergono dati interessanti. Nel rapporto è scritto: «L’ambiente in cui gli adolescenti vivono è l’aspetto di cui sono più soddisfatti, valutato con un 8,1, anche la famiglia è uno degli aspetti su cui gli adolescenti sono più soddisfatti (7,6). Un adolescente su 3 pensa che le relazioni con famiglia e conviventi durante il lockdown siano migliorate; tuttavia, un 16% dei rispondenti al sondaggio ha registrato un peggioramento dei rapporti familiari. Emerge anche un dato allarmante: il 64% degli adolescenti, significativamente il 73% delle ragazze e il 53% dei ragazzi, pensa che casa (o il posto in cui si vive) non sia per tutti un luogo sicuro».

Povertà, istruzione, accesso a internet, disagio psicologico, assistenza sanitaria, cambiamento climatico: sono queste alcune delle priorità che richiedono a tutti noi uno sforzo congiunto, per non dimenticare o lasciare indietro nessuno – ha aggiunto  la responsabile Unicef in Italia.

E una giovanissima volontaria – Nafissa – ha concluso: «La pandemia ha messo tutti a dura prova.. Siamo coscienti che il cambiamento comincia da noi ed è questo il messaggio che vogliamo condividere con i nostri coetanei».