Molto spesso ci si chiede che cosa sia il successo, quale sia la strada più breve per raggiungerlo e sono sempre più i giovani che mettono al primo posto il suo raggiungimento a qualunque costo. Ma ne vale sempre la pena? Esiste una formula matematica per diventare uomini o donne realizzati?
Si crede che quando si parla di successo, si faccia un discorso perlopiù soggettivo. Ognuno ha la propria idea di successo e non ne esiste una giusta o una sbagliata. Ciò che può essere contestato è la strada, il modo, con cui si raggiunge la realizzazione dei propri obiettivi. Ecco questo non è sempre funzionale, etico o morale.
Per questo motivo spesso ci si chiede se esiste una scuola per il successo, intendendo la scuola come un luogo protetto, dove viene favorita la sperimentazione, la possibilità di sbagliare, di conoscersi, di apprendere tante competenze didattiche quante umane. Ma se ci pensiamo, la scuola dovrebbe avere davvero i compiti sopra citati, e in realtà li incarna davvero la nostra scuola tipo?
Forse tra gli obiettivi c’è sicuramente quello di creare individui frenetici alla ricerca di perfezione ed assolutezza, vere e proprie macchine da soldi. Ma tutti possono avere queste caratteristiche? No! Infatti chi non sta al passo è fatto fuori da professori, scuola e società. Lasciato indietro, a sé stesso. Ed ecco che la scuola perde il suo ruolo primario, ossia quello di garantire la strada per il successo a TUTTI.
Ma forse non è proprio per questo che esistono tante scuole diverse? Tanti posti con caratteristiche diverse, fatti per ragazzi con attitudini diverse. È per questo che la scelta della scuola superiore, quella più caratterizzante per il futuro di un ragazzo, diventa decisiva e non può essere fatta in modo superficiale.
Il raggiungimento del successo, se proposto in modo omologato è disfunzionale e poco utile. Perché si omologano gli individui e le loro caratteristiche, le peculiarità più inconsce di ciascuno vengono trascurate e non valorizzate. Non può esistere una sola strada per il successo e bisogna, a partire da noi adulti, sdoganare il concetto di successo legato ai soldi, sempre più forte tra i nostri giovani.
Bisognerebbe recuperare il concetto di successo morale, quello che ti fa realizzare come essere umano, fatto di emozioni e relazioni. Il successo lavorativo, economico è solo successivo al raggiungimento di un’integrità personale autentica che garantisce l’equilibrio e il benessere dell’io.
Tutti meritano di capire cosa sia il successo, di sognarlo a modo proprio, con i propri tempi e le proprie caratteristiche, ma soprattutto nell’ambiente GIUSTO e con la direzione giusta!
Davide Sorbello – Psicologo e Tutor