4 dicembre 2020 – I formatori stanno vivendo con la didattica a distanza, insieme con i nativi digitali. Uno studioso – Marc Prensky – fa questa analisi dei nativi digitali, plasmati da una dieta mediale.
In cinque anni, ad esempio, un nativo digitale trascorre 10.000 ore con i videogames,, scambia almeno 200.000email, trascorre10.000 ore al cellulare, passa 20.000 ore davanti alla televisione guardando almeno 500.000 spot pubblicitari dedicando, però, solo 5.000 ore alla lettura.
Questa dieta mediale produce, secondo Prensky, un nuovo linguaggio, un nuovo modo di organizzare il pensiero che modificherà la struttura cerebrale dei nativi
digitali. Multitasking, ipertestualità e interattività sono, per Prensky, solo alcune caratteristiche di quello che appare come un nuovo e inedito stadio dell’ evoluzione umana. Inoltre Prensky sostiene che, sia pure in modo irregolare e alla nostra personale velocità, ci muoviamo tutti verso un potenziamento digitale che include le attività cognitive.
Il potenziamento digitale in ambito cognitivo, reso possibile da laptop, database online, simulazioni tridimensionali virtuali, strumenti collaborativi online, smartphone eda una serie di altri strumenti specifici per diversi contesti, è oggi per Prensky una realtà in molte professioni,
anche in campi non tecnici come la giurisprudenza e le discipline umanistiche.
Il DigitalAge apre anche delle sfide, soprattutto in ambito educativo. Dobbiamo guardare ai giovani per aiutarli a divenire degli adulti in un ’epoca di digitale.
Come trasmettere alle nuove generazioni il patrimonio di valori acquisiti e la tensione al bene che caratterizza la nostra idea di persona, la nostra idea di impegno dentro la storia del mondo.