28 dicembre 2020 – Il sistema Italia avanza con fatica tra tentennamenti, tonfi, e fatiche.
È un giudizio duro, quasi impietoso, quello che emerge dal 54mo rapporto del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali).
Riportiamo solo alcuni dati: il mercato del lavoro è stato falcidiato dal virus. Basti pensare che soltanto nel terzo trimestre di quest’anno, l’emergenza sanitaria ha portato via il lavoro a quasi mezzo milione di giovani e di donne, le categorie più fragili, e che si è abbattuta con violenza sui redditi degli autonomi.
Almeno 5 milioni di precari hanno perso il lavoro.
L’effetto inevitabile è il declassamento sociale: oltre la metà dei giovani italiani vive in una condizione peggiore di quella dei propri genitori alla loro età.
Le scuole hanno segnalato carenze, La formazione a distanza crea spesso diseguaglianze.
Tutto questo lancia un segnale allarmante perché la generazione COVID ha bisogno di ritrovare slancio, competenze nuove, professionalità sempre più alte.
Un anno di ritardo di ingresso nel mondo del lavoro crea differenze marcate… e in Italia il danno è moltiplicato.
Le famiglie vanno aiutate a scegliere, per il futuro dei loro figli: e l’offerta formativa della formazione professionale è una strada che accorcia tempi e distanze.